L’importanza della genetica nel determinare una vulnerabilità è stata evidenziata dagli studi sui gemelli. Durante la pubertà infatti i fattori genetici potrebbero influire sulla produzione degli ormoni ovarici (estradiolo) implicati nella trascrizione genetica dei neurotrasmettitori (serotonina) che regolano l’umore e l’appetito.
Gli aspetti socio culturali sono fattori di primaria importanza nello sviluppo dei disturbi del comportamento alimentare, che sono definiti non a caso una “sindrome culturale”.
Nella società globalizzata di oggi l’ideale estetico dominante impone il valore del corpo magro. A ciò si affianca la stigmatizzazione dell’obesità, che da problema di salute finisce col diventare una condizione deplorevole di cui vergognarsi. Tra le caratteristiche psicologiche individuali prevalgono i tratti ossessivi di personalità, le aspettative esasperate, il perfezionismo patologico, l’insoddisfazione verso il proprio corpo, le distorsioni percettive, gli stati emozionali negativi, la tolleranza negativa del distress e l’incapacità di regolare le emozioni.
Per quanto riguarda i fattori familiari non può disconoscersi l’influenza che l’ambiente familiare può avere sull’andamento del disturbo alimentare: Iperprotettività, rigidità, evitamento dei conflitti, famiglie con un membro affetto da anoressia.