Il disturbo di panico è caratterizzato da ricorrenti attacchi di panico inaspettati e, per almeno un mese, uno o più attacchi devono essere preceduti dalla preoccupazione per l’insorgenza di altri attacchi o per le loro conseguenze ( per es. perdere il controllo, impazzire) o dal cambiamento disadattivo del comportamento correlato agli attacchi ( es. evitamento).
Un attacco di panico è una situazione di improvvisa paura e disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, periodo durante il quale si verificano quattro o più sintomi fisici e/o cognitivi tra i quali: dispnea, palpitazioni, nausea, mal di stomaco, dolori al petto, senso di soffocamento e asfissia, capogiri, sudorazione, parestesie, brividi o vampate di calore, sensazioni di derealizzazione o depersonalizzazione, paura di perdere il controllo e di impazzire, paura di morire.
Dopo aver provato una volta l’esperienza di un attacco di panico, la persona colpita teme che possa accadere di nuovo. Si innesca dunque un circolo vizioso che può trasformare in singolo attacco in un vero e proprio disturbo di panico. Questa preoccupazione che deve avere durata superiore a un mese può compromettere il benessere e il funzionamento della persona. Ecco perché il disturbo di panico è associato ad alti livelli di disabilità sociale, lavorativa e fisica oltre a causare maggiori costi economici per le visite mediche.